Le mummie egizie

Per gli antichi egizi, dopo la morte, l'anima del defunto era destinata ad una nuova, eterna esistenza. Per poter accedere al "regno dei morti" era però necessario che il corpo giungesse intatto al momento del giudizio di Osiride, solo così l'anima poteva uscire dal corpo ed accedere alla nuova vita. Una volta nel regno dei morti Anubi, il dio con la testa di sciacallo, avrebbe pesato il cuore del defunto in presenza di Osiride, il quale avrebbe poi sancito in quale parte del regno l'anima avrebbe dovuto essere destinata (si dice, ma non si sa se sia vero, che ogni tanto Anubi inclinasse un po' la bilancia per dare, diciamo così, una spintarella all'anima verso l'oltretomba).



Ma per conservare il corpo per lungo tempo e poter così accedere al regno dei morti, servivano soldi, ed infatti era una pratica che, pur essendo aperta a chiunque, era in realtà accessibile solo ai ricchi. Per gli altri niente oltretomba.

Esistevano dei veri e propri esperti nella pratica della mummuficazione, la quale consisteva in una serie di passaggi.

La prima cosa da fare era eliminare tutta l'acqua possibile dal corpo, infatti la ragione principale della decomposizione di un corpo è dovuta all'attività dei batteri e degli enzimi. Se non c'è abbastanza acqua però, questi non possono svolgere la loro attività ed il corpo non si decompone. 



Per eliminare tutta l'acqua possibile bisognava aprire il corpo, liberarlo da tutte le interiora, cervello compreso, i tessuti molli e i liquidi, e poi richiuderlo. 
Poi il cadavere veniva lavato con cura, perché anche questo era un aspetto molto importante, cosparso di sali e lasciato asciugare per 40 giorni. I sali assorbono l'acqua ed infatti spesso si mettono gli alimenti "sotto sale" proprio per conservarli a lungo. 

Il corpo svuotato veniva poi riempito con della tela ed erbe aromatiche e poi cosparso di oli e resine. L'olio impediva all'acqua e all'umidità di entrare nel corpo aiutando la conservazione, mentre le resine sono sostanze antibatteriche naturali che servivano appunto ad eliminare il pericolo dei batteri.

Le api fanno una cosa molto simile, quando un insetto cade nell'alveare e muore. Essendo magari troppo grosso o pesante per essere buttato fuori, le api lo cospargono di propoli, una sostanza che prendono dalle piante, che è ricca di composti antibatterici molto simili  quelli delle resine usate dagli egizi. In questo modo l'insetto resta nell'alveare senza decomporsi e senza arrecare danno.

Alla fine il corpo veniva avvolto da bende di lino assumendo il tipico simpatico aspetto della mummia e infine deposto nella bara.




Se il morto era un personaggio di spicco, la bara veniva poi collocata in un sarcofago che poteva essere riccamente decorato. 




Nella bara si mettevano anche il libro dei morti, che conteneva formule magiche per aiutare il defunto nel difficile viaggio verso l'oltretomba, e vari oggetti di valore appartenuti al defunto.

Una delle tombe più ricche è la celebre Tomba di Tutankhamon. La mummia era protetta da tre bare di legno dorato, di cui la terza riccamente adornata e dipinta con  l'immagine del faraone e formule divinatorie, portante i simboli della regalità. Le tre bare erano a loro volta collocate in un sarcofago di roccia di quarzo con incastonata, all'altezza del volto, una maschera d'oro impreziosita da lapislazzuli.





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