Caduta dell'Impero Romano d'Occidente

Gli storici hanno identificato nella deposizione dell'imperatore romano d'Occidente Romolo Augusto, avvenuta nel 476 per mano del germanico Odoacre, il momento rappresentativo della caduta dell'Impero Romano d'Occidente.
L'assegnazione di questo riferimento temporale è valido solo formalmente in quanto la fine dell'impero fu un graduale disgregarsi di corpo e anima, finalizzato a una dissoluzione già ormai conclamata quando Romolo Augusto lasciò il trono.



fine impero romano
Divisione dell'Impero in due parti


Scenario


Lo scenario più evidente che potrebbe essere considerato la causa primigenia della caduta, era senz'altro la spaventosa espansione dell'impero. Solo osservando una carta geografica storica viene istintivo pensare alla difficoltà di tenere unito un regno simile, di controllarlo e di amministrarlo in modo efficace.


Esistono migliaia di analisi e teorie, impossibili da analizzare tutte insieme. Meglio invece investigare su semplici ed evidenti fatti.


Il potere era controllato dall'esercito, quasi interamente composto da germanici


La deposizione dell'ultimo imperatore (Romolo Augusto, che in realtà era solo una figura rappresentativa, mentre il potere era detenuto dall'esercito) fu opera di Odoacre che comandava truppe ufficiali quasi interamente composte da soldati germanici. Non fu un'invasione esterna, bensì una sorta di colpo di stato interno. Odoacre non si autonominò imperatore perché ormai tale titolo non aveva più senso di esistere in quanto l'impero romano, nella sua identità, non esisteva più già da parecchio tempo.


Questo dettaglio, unito alle incursioni continue (invasioni barbariche) di altri popoli germanici, aveva di fatto dato fine all'impero che continuava a perdurare solo nominalmente. Gli stessi invasori (unni, goti, visigoti, ecc.) furono facilitati nei loro intenti proprio dal disfacimento dell'impero sotto tutti i punti di vista: sociale, economico, militare.



Dispersione dell'impero e dissoluzione di valori e cultura


La difficoltà di amministrare un impero così grande necessitava di una grande coesione culturale e sociale al suo interno, soprattutto da parte della classe dirigente. Ma ormai il potere era detenuto dai militari che erano quasi tutti germanici, i quali abusavano ampiamente del loro ruolo dando luogo a continui fenomeni di usurpazione, mentre eleggevano imperatori di comodo senza nessuna funzione.


La mancanza di concetti umanistici di base si riflesse rapidamente in tutte le strutture sociali, tanto che i sistemi economici, la tecnologia, la cultura cessarono di svilupparsi dando origine ad una involuzione che rese l'impero incapace di sostenere il confronto con altri regni.


In assenza di principi etici di fondo, le differenze sociali si accrebbero vedendo la ricchezza suddividersi in modo estremamente diseguale, in base ad un sistema fatto di tassazione altissima che metteva in grande difficoltà i ceti più bassi.


Non si poteva quindi più parlare di uno forma di Stato, bensì ormai di una accozzaglia di genti intente chi ad arricchirsi sottoponendo a soprusi la popolazione, chi a sopravvivere con i mezzi che aveva a disposizione.



Riassumendo le cause interne, interagenti fra di loro e con le cause esterne (invasioni barbariche) furono:


- imbarbarimento dell'esercito che governava di fatto in modo soppressivo, esercitando abuso di potere e tassazione estrema, abbandonando all'anarchia ogni aspetto di crescita sociale ed economica;

- dissoluzione di principi umanistici e valori sociali sia a livello sociale che di governo, dove si celebravano invece lotte di potere fini a sé stesse;
- mancanza di coesione sociale;
- crisi economica dovuta a perdite di terreni nonché a carestie ed epidemie.

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