I dinosauri volanti (pterosauri)

I dinosauri erano animali terrestri e nessuno di loro poteva librarsi nel cielo preistorico come un uccello. C’erano però i loro amici che, dotati di ali, volavano e si comportavano in modo molto simile agli uccelli odierni. Non parliamo quindi di dinosauri ma di pterosauri.

Eccone alcuni che 150 milioni di anni fa, proprio qui in Europa, volteggiavano sulle nostre teste che ancora però non esistevano.

Il più famoso di tutti, apparso anche in Jurassic park III di S. Spielberg, è lo Pterodactylus. Era dotato di ampie ali e si nutriva di pesce. Si pensa che la sua apertura alare arrivasse agli 8-9 metri, cioè l’altezza del soffitto di casa vostra moltiplicata per 3.



Ma l’apertura alare più grande di tutti ce l’aveva il Quetzalcoatus: 12 metri per il più imponente pterosauro della Terra.



Per contro c’era anche lo pterosauro più piccolo: il Batrachognathus col suo mezzo metro di apertura alare, era un pochino più piccolo di un piccione.



Il Rhamphorhynchus era dotato di una lunga coda, alla cui estremità si trovavano delle protuberanze. Grazie ad esse l’uccellaccio utilizzava la coda come timone.



Lo Dzungaripterus era dotato di un becco a tenaglia per rompere i crostacei. Se ne addomesticate uno vi aiuterà quando cercherete di mangiare un’aragosta al ristorante.



Il Dimorphodon era un carnivoro predatore: le sue mascelle erano robuste e i denti affilati.



Il Tropeognathus aveva un curioso becco lungo arrotondato all’estremità (un po’ come l’attrezzo che usano i gelatai), che si rivelava utile per pescare nell’acqua.



Il primo uccello (non classificato nell’ordine pterosauria bensì nel superordine dinosauria, quello dei dinosauri) considerato come anello di congiunzione fra rettili e uccelli moderni è l’Archeopteryx. Questo uccello non era brutto e spelacchiato come gli altri volatili, portava infatti un piumaggio praticamente identico a quello degli uccelli dei nostri giorni.


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