Origini della Terra: un mito indiano

I Veda sono una raccolta di testi sacri che costituiscono una base di fondamentale importanza per i praticanti dell'induismo. Sono testi antichissimi scritti in sanscrito ed anche in essi è raccontato un bellissimo mito sull'origine della Terra. Tale racconto è narrato nel più antico di questi testi: il Ṛgveda (tra il XX e il XV secolo a.C.).

Il testo si chiama Inno a Purusha



All'inizio c'era un essere gigantesco con mille teste, mille occhi e mille piedi, che si chiamava Purusha. Era così grande che poteva avvolgere in sè la Terra intera.
I Veda, gli dei, decisero di offrirlo in sacrificio e dalle parti del suo corpo ebbe origine la Terra e tutto ciò che abita e caratterizza il nostro pianeta, come i fiumi e le montagne. Il dio del vento, Vayu,  nacque dal suo respiro, dalla sua bocca Indra e Agni, il dio del fuoco e del sacrificio.
Dalla sua mente nacque la Luna, dal suo occhio il Sole. Il cielo fu modellato dalla sua testa e la terra dai suoi piedi. Dal suo orecchio le regioni.
Ma dalle varie parti del suo corpo ebbero ancora origine le divinità e le quattro caste della società indiana: la casta dei sacerdoti, dei guerrieri, dei cittadini e dei servitori.

Il mito più recente è quello che vede la creazione dell'universo da parte di Brahma, a sua volta creato da Brahman. L'universo dura un giorno di Brahma (kalpa), vale a dire 4,32 miliardi di anni (se i giorni fossero così lunghi quante cose si farebbero!), poi interviene Shiva che distrugge tutto, e poi tutto ricomincia.


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