La suddivisione in periodi di tempo della storia del nostro
pianeta, è piuttosto complessa, con tanti nomi strani, date e riferimenti da
ricordare, che s’intrecciano fra di loro confondendo la memoria e la
navigazione.
Qui parliamo della suddivisione più conosciuta, che
normalmente si utilizza per organizzare la storia del nostro pianeta, anche se
non propriamente corretta come terminologia. Tuttavia va bene come traccia a
grandi linee.
Dopo la formazione geologica della Terra, la cui nascita
parrebbe risalire a circa 4,5 miliardi di anni fa, ci fu una fase di raffreddamento
in cui le rocce, le montagne e le masse d’acqua assunsero un loro fisionomia,
pur essendo sempre in costante mutamento.
Il fossile traccia (fossile utilizzato come punto di riferimento
per la datazione geologica) più antico finora ritrovato, riguardante un
organismo complesso (forse antenato dei successivi molluschi) è il Trichophycus pedum.
In prossimità della sua datazione si fa iniziare la seconda
delle 5 ere geologiche (che sarebbe più corretto chiamare ere tradizionali) che
accompagnano la vicende geologiche e biologiche della Terra: circa mezzo miliardo di anni fa (542 milioni
circa).
Queste cinque ere sono:
- precambriano, o archeozoico (che in realtà è un eone, che
nella scala è gerarchicamente superiore): dall’inizio della storia della Terra,
4,5 miliardi di anni fa, fino a 542 milioni di anni fa;
- paleozoico, o era primaria: questa è proprio un’era, e va
dal famoso fossile, Trichophycus pedum, fino alla più grande
catastrofe planetaria di sempre, in cui avvenne la prima gigantesca estinzione
di massa. Si estinse il 96% delle specie animali e il 50% delle famiglie. Va
dai 542 ai 251 milioni di anni fa;
- mesozoico, o era secondaria: anche il mesozoico è un’era, va dai 251 ai 65 milioni di anni fa. Da
un’estinzione all’altra, la nuova estinzione che chiude il mesozoico, vide la
scomparsa del 50% di tutte le specie viventi e di tutti i dinosauri terrestri;
- cenozoico, o era terziaria: anche questa è un’era. Va da
65 milioni ad oggi essendo tutt’ora in corso (infatti la quinta era, il
neozoico, non è un’era). In questa era, la conformazione geologica della Terra
assume più o meno l’aspetto odierno, come la disposizione dei continenti, delle
catene montuose e dei mari.
- neozoico, o era quaternaria (in realtà è l’ultimo dei tre “periodi”
in cui è suddiviso il cenozoico):
va da circa 250.000 anni fa ai giorni nostri; caratterizzato da almeno sette glaciazioni, e quindi da una forte variabilità climatica. E soprattutto da comparsa, evoluzione e diffusione dell’uomo sulla Terra.
Anche se questi periodi di tempo non sono tutti propriamente
ere, si prestano nel modo più efficace per suddividere in modo razionale e sopratutto
facilmente accessibile, la storia del pianeta Terra.
La vita
Per tutto il precambriano è documentata solo la presenza di
organismi unicellulari come i batteri, i quali popolavano un unico
supercontinente: Rodinia. Verso la fine del precambriano arrivò una grande
glaciazione che ricoprì di gelo tutto il pianeta, mentre Rodinia cominciava a
dividersi... Tempi duri.
I batteri dominano questo pianeta si pensa almeno da 3,8
miliardi di anni, da quando nell’atmosfera c’era pochissimo ossigeno e molto
zolfo. I batteri vivevano grazie allo zolfo, ma la loro attività vitale
produceva ossigeno, che saliva in cielo, giorno dopo giorno, conquistando l’atmosfera.
Così i batteri stessi si abituarono ad utilizzare l’ossigeno, per la
respirazione e per l’energia, al posto dello zolfo. E si accorsero che
funzionava meglio.
Il precambriano lascia in eredità vari organismo cellulari e
pluricellulari elementari: batteri, alghe, spugne e altri organismi misteriosi.
Il paleozoico raccolse quest’eredità e vedrà svilupparsi una
fauna più complessa, sopratutto invertebrati, che esplose letteralmente nel
corso dell’era fino alla grande estinzione di massa prima del mesozoico. Ma
verso la fine dell’era, con la vita che ricominciava a crescere, iniziò la
diffusione dei rettili, pronti ad entrare in scena in forze nell’era seguente,
mentre i pesci popolavano le acque e le foreste di antiche piante si
estendevano ovunque sul pianeta.
Ed infatti porprio poco prima della fine del paleozoico ecco
i grandi rettili apparire fra le prime piante moderne: le conifere.
Il mesozoico è conosciuta coma l’era dei rettili. I
dinosauri conquistarono il mondo, rettili possenti ed affascinanti. E con quale
splendido contrasto, accanto ad un tirannosauro inferocito, si poteva ammirare
un tenero fiorellino colorato: apparivano le prime angiosperme, i primi alberi
con fiore e frutto.
Dopo che il supercontinente Rodinia si frantumò in otto continenti,
questi si riunirono in un nuovo supercontinente: Pangea, dove la vita
continuava ed evolversi e dove apparvero, per la prima volta i mammiferi. I
dinosauri non sapevano ancora cosa stava per accadere, e che sarebbero stati
loro a prendere un giorno il loro posto.
Alla fine del mesozoico avvenne la seconda grande estinzione
di massa e tutti dinosauri di terra sparirono per sempre.
Il cenozoico è detta l’era degli animali nuovi o l’era dei
mammiferi ma si dovrebbe dire anche delle piante nuove. Le piante erbacee si
diffusero enormemente, cambiando l’aspetto del paesaggio. Ma i nuovi
protagonisti non erano più i dinosauri, bensì i mammiferi, i cui profili si
stagliavano dalle pianure alle alte montagne che si ersero imperiose durante
questa era, mentre i continenti e gli oceani assunsero l’aspetto che noi oggi
conosciamo.
Nel cenozoico, periodo di frequenti glaciazioni, dove i mammuth
si trovavano benissimo, gli animali e le piante si evolsero fino a diventare i
compagni familiari della nostra vita. E, ad un certo punto, arrivò l’Homo
sapiens.